Solo riflessioni
Quando ero bambina, pensavo che ogni cane nero fisicamente simile a un lupetto, fosse un Pastore Belga. Non importava se era alto oltre la misura, o se aveva il pelo raso. Assomigliava ad un pastorello, era nero, doveva necessariamente essere un Belga o tutt’al più derivante Belga.
Questa
convinzione mi rimase fino a quando cominciai a frequentare una scuola di
addestramento. Lì conobbi due P.B. Groenendael (il nero che ci porta
a confondere ogni simil-nero con lui), Ezechiele e MarcoPolo, e un P.B.Tervueren
(morfologicamente simile al nero, quadratino, pelo lungo ma di colore diverso:
sable, fulvo) Fauve per gli amici Luigi. Ah, se mi sbagliavo! Pensare che
il Pastore Tedesco e il Pastore Belga si differenziassero solo per il colore
del manto, era una vera e propria eresia.
Come sempre l’ignorante trae certezza dalla sua non conoscenza.
Si è vero il fatto di essere cani da pastore li accomuna (e non è un dettaglio da niente) ma oltre all’aspetto fisico, hanno alcune doti caratteriali quali temperamento, soglia di reazione dei nervi, agilità, tempra, che li allontanano l’uno dall’altro.
All’epoca, chiunque sentivo parlare, da figuranti a tecnici del mestiere a morbosi proprietari, dicevano che il problema del P.B. era l’insicurezza. Si insospettivano al minimo rumore, facevano un gran baccano di fronte al pericolo, ma poi difficilmente avevano il coraggio di affrontarlo, spesso si rifugiavano sotto le gonne di mamma.
Trovavo il P.B. molto sprintoso, agile, attento e questo deponeva a suo favore; di contro però molto nervoso. Almeno fin quando non feci la conoscenza del P.B.Malinois. Pelo corto, tipo il cugino tedesco, fulvo carbonato, scattante e veloce come un gatto, aggressivo e riflessivo. Bello!
È sicuramente il P.B. che preferisco. Vivere e lavorare con un Malin è gratificante. È un cane che va conquistato, deve conoscerti a fondo prima di darti piena fiducia, poche parole e molti fatti, devi vincere la sua diffidenza per fartelo amico. È sensibile e un po’ introverso, ma quando ha deciso di far coppia con te, ti dà l’anima.
Nota
dolente: non tutti scelgono un P.B.Malinois per amore della razza, ma semplicemente
perché è un cane sportivo altamente competitivo.
Spesso l’ignoranza, regnando sovrana, porta a lavorare con queste creature
come se fossero resistenti allo stress tipo un Border Collie e pazienti tipo
un Golden Retriever o un Pastore Tedesco. Ciò conduce solamente ad
un innervosimento del cane difficilmente riequilibrabile. Anche perché,
invece di fare un mea – culpa, il sapientone di turno, ostinato a cavar
sangue dal suo fallimento, stressa sempre più l’animale che,
nella migliore delle ipotesi, evita il problema inventando percorsi (agility)
o sequenze (obbedienza), non staccandosi dal conduttore (prove di coraggio)
o non lasciando la presa su richiesta (non rispetto), ecc.
Hai
voglia a cambiar campi, istruttori e metodi quando hai fatto fiasco!
Hai voglia a frequentare stage con i geni della lampada nella speranza che
ti diano la medicina giusta!
Mai una volta che si rivolgessero a chi da anni alleva e lavora seriamente con questa razza.
Spero
di non aver offeso nessuno, le mie sono solo riflessioni ad alta voce. Certo
che se gli “amanti dello sport” riflettessero su una massima:”nello
sport come nella vita non è importante quello che fai mai come lo fai”,
e gli “amanti della razza” mettessero un po’ di sale in
zucca a questi “improvvisati” non mi dispiacerebbe affatto.