Vorrei tanto avere un cane ma... (da Workdogs dicembre 2003)

Se la prima parola che ci viene in mente è " SACRIFICIO ", scartiamo subito l'ipotesi di avereun amico a quattro zampe, poiché ci sarà sempre di peso anteporre un suo fabbisogno ad un nostro.
Se invece fosse " IMPEGNO ", possiamo proseguire e dare corpo all'idea.
Quando decidiamo di accogliere nella nostra " vita " un cane, ci sarebbero alcuni aspetti da valutare.
Innanzitutto conosciamo il cane?
Possiamo dividere il genere umano che se ne dichiara amante e conoscitore in due parti, che chiameremo "A" e "B".

"A" sostiene che il cane in quanto " animale " (nel senso più semplicistico della parola) debba essere trattato da essere inferiore per questo lo isola dal resto della famiglia negandogli il calore della vita sociale.
"B" lo eleva, viceversa, addirittura a livello umano (nel senso più complesso della parola) per cui scambia comportamenti semplicemente istintivi con cervellotiche azioni umane.
In nessuno dei due casi riscontriamo l'amore per il cane, ma una totale non conoscenza di questo essere vivente.
Il cane è un animale sociale, non è quindi nei suoi schemi una vita solitaria.
Quante volte c'è capitato di vedere il nostro amico accovacciato davanti alla porta di casa nell'attesa di una " APPARIZIONE ", o sotto la finestra dove sente più forte la voce dei suoi familiari. E quante volte abbiamo sentito quella frase (offensiva a parer mio nei confronti di chi la pronuncia): " che cane stupido, con tanto spazio che ha là fuori, sempre qui vicino deve stare? ".
Tutti i suoi comportamenti ci parlano della socialità e della conoscenza delle leggi del branco (delle regole della famiglia). Ne conosce e apprezza la gerarchia. Sa che il capo-branco ovvero il capo-famiglia è colui che provvede alla sua sicurezza, lo accudisce, lo nutre, lo cura. E sa che il suo operato è sempre volto alla preservazione del nucleofamiliare.
Così com'è sbagliato l'isolamento anchel'affetto morboso può creare non poca confusione nell'ordine psicologico del nostro amico. Ad esempio condizionare la nostra vita ad uso e consumo del cane, permettere lui di usare la casa a suo piacimento, permettergli di ordinareil MENU' può fargli credere di essere il capo incontrastato. Questo nostro comportamento potrebbe quindi, essere interpretato come una totale sottomissione nei suoi confronti e, se il cane in questione fosse dominante per indole, ciò non farebbe altro che aumentarne le caratteristiche; ed allora guai a contrariarlo, poiché comincerebbero i problemi. Se invece fosse un gregario, lo metteremmo in una posizione troppo pesante innervosendolo e facendolo "scattare" al minimo sospetto. Per usare un termine umano di moda, avremmo un cane "stressato". Altre caratteristiche prettamente umane: "Il dispetto" e "la gelosia".
Il cane non è capace di elaborare il dispetto. Se dopo un'intera giornata lasciato a casa da solo, ci ritroviamo le sedie rosicchiate, è possibile che si sia semplicemente annoiato, e non c'è niente di più saporito di un pezzo di legno per ingannare il tempo. Così come in lui non c'è la gelosia. C'è la possessività, c'è la protezione. La gelosia è un concetto astratto puramente umano.

Le domande che dovremmo porci in seguito sono le seguenti:
1) Che persona sono ?
E' fondamentale conoscersi a fondo poiché in base a come siamo possiamo scegliere fra le varie tipologie, cani di razza o bastardini. Le razze, diverse fra loro sia nell'aspetto fisico sia in quello psicologico, possono rispecchiare alcuni lati del nostro carattere. Così come i bastardini: poniamo l'attenzione alla somiglianza più evidente con una razza poiché essendo quella dominante ne rispecchieranno maggiormente le caratteristiche.
2) Vivo solo o divido la mia casa con qualcuno ?
Se siete un single attenzione a non scambiare il cane per il partner mancante; se siete una coppia per il figlio non avuto; se siete una famiglia con prole siate pronti ad insegnare ai vostri figli il rispetto per gli animali.
3) Dove abito ?
E' importante la locazione della nostra abitazione e sapere come il vicinato vive l'approccio con il cane.
Forse per chi risiede in campagna o comunque fuori dei centri urbani, i problemi sono minori. Il consiglio è di recintare adeguatamente il giardino o terreno in modo da non permettere al nostro amico di fare passeggiatine senza permesso fuori dalla proprietà, nè ad altri di entrarvi.
Se invece abitiamo in città sarebbe opportuno conoscere le regole condominiali dello stabile, se sono o no accettati i cani. Il consiglio è, se questa clausola non fosse menzionata, di farvi mettere per iscritto che potete ospitarne in appartamento. Evitereste tragiche scene di distacco per impossibile convivenza.
4) I miei impegni mi lasciano del tempo per il cane ?
Vorrei precisare che non è così importante la quantità, ma la qualità del tempo che dobbiamo dedicare al nostro amico.


Una volta analizzato tutto ciò cerchiamo di saperne di più sulle varie razze. Per semplicità le
racchiuderemo sommariamente in cinque gruppi.
- Guardia
- Difesa
- Caccia
- Nordici
- amicizia
Guardia: sono di norma cani di grossa mole, (all'apparenza tranquilli), possessivi nei confronti di tutto ciò che è compreso nel loro territorio. Hanno bisogno per questo di una compagnia umana di notevole autorità.
Difesa: dotati di un alto temperamento e un pochino diffidenti, sono sempre all'erta, pronti ad intervenire al primo segnale di pericolo.
Caccia: amano i grandi spazi. Per questo hanno bisogno di notevole controllo da parte dell'uomo.
Nordici: essendo cani di tipo primitivo hanno bisogno di un habitat naturale.
Compagnia: fermo restando che tutte le razze possono essere incluse in questo gruppo, normalmente vengono qui inseriti i cani di piccola taglia. Una considerazione da fare è che la loro mole induce spesso a gestirli come animali da grembo. Sono invece cani in tutta la loro personalità.


Scelto il nostro amico sorge il dilemma " dove prenderlo? "
Negozio? Allevamento? Privato?
Il consiglio che accomuna le tre possibilità è che il cane provenga da un ambiente sano, igienicamente curato e assistito da personale qualificato. Non ci s'improvvisa allevatori o veterinari.
Se il nostro cuore cade su un rifugio la scelta diventa difficile.
Essendo luoghi spesso di fortuna non sempre troviamo delle forme igienico-sanitarie doc, l'alimentazione potrebbe non essere delle migliori, ma le persone che se ne occupano sicuramente fanno il possibile e l'impossibile per assisterli al meglio; non sarà facile farsi affidare una loro creatura, la paura dell'abbandono, della vendita come cavia alla vivisezione, la ricerca del bel manto per adornare questo o quel capo di abbigliamento o più tragicamente il " punch-ball " per allenare i cani da combattimentoo semplicemente il regalino di Natale che, finito l'entusiasmo iniziale viene messo da parte, invade ogni cuore che ama queste creature.
Se dopo questo piccolo esame di coscienza siamo pronti a diventare amici di un cane e ad offrirgli l'affetto che merita permettetemi un ultimo consiglio: "pensa semplice e capirai il tuo cane".

Il veterinario e l'addestratore cinofilo due amici del cane.

Ora che finalmente Fido è con noi, portiamolo dal veterinario.
Ecco alcuni consigli per garantire, o quasi, una salute di ferro.
1) Alimentazione sana e bilanciata, specifica per l'età e la mole del nostro amico.
2) Esame coprologico : trimestrale.
3) Vaccinazioni : semestrale L (leptospirosi), annuale CEP (cimurro, epatite,parvovirosi), R (rabbia).
4) Cicli antiparassitari contro pulci, zecche, zanzare,pappatacei etc.
5) Esame ematologico : semestrale.

E se vogliamo saperne di più su quello che Fido pensa, possiamo rivolgerci ad un centro di addestramento.
La ricerca deve portarci in un luogo dove l'esperienza non sia limitata ad un'unica disciplina. Uso questo termine non a caso, ma per sottolineare che la bravura di un istruttore cinofiloè data sì dall'esperienza maturata negli anni di lavoro, ma anche dalla conoscenza delle discipline cinofile, in quanto ognuna di esse racchiude in sè un metodo addestrativo finalizzato ad esaltare le qualità naturali del cane.

Da tenere sempre a mente che prendere con sè un cane è una scelta non un obbligo e, se il valore del rispetto è ben saldo in noi, una scelta è un impegno, una promessa ed ogni promessa è un debito.