Dedicato a Messner

Il mio Messner è un meticcio di 45 chili (al massimo dello splendore). Ora ha 12 anni e mezzo, ma mantiene il suo carattere deciso e … "bastardo dentro!!", come l'ha definito qualcuno. Fu prelevato all'età di 50 giorni da un cesto nel corso di una visita al mercatino dell'antiquariato di Campagnano (veramente facevano passare di tutto per "antiquariato"). Quel batuffolo nero con petto e punta della coda e delle zampe bianche ha fatto immediatamente innamorare me e mia moglie Claudia, che, appena salita in macchina, levandosi il cane dai capelli sui quali si era arrampicato partendole dal grembo, decise ovviamente di chiamarlo Messner. Un po' meno entusiasta era Lancelot, il setter irlandese di sei anni di Claudia, che, fino alla fine dei suoi giorni, probabilmente, non ci ha mai perdonato, sottolineando ogni mascalzonata (non potrei chiamarla altrimenti!) di Messner con un significativo sguardo della serie: "Io vi avevo avvertito!".

Vorrei, fra i tanti, ricordare tre episodi che reputo tra i più significativi ed indimenticabili della vita di Messner.

Era con noi da una settimana ed andava sverminato con mezza pastiglia di Drontal. Mentre dividevo la pastiglia, stavo arrovellandomi il cervello per cercare di trovare un sistema "convincente" per fargliela inghiottire. In quel momento la pastiglia si spezza sotto il mio coltello e finisce per terra, dove non rimane neanche per mezzo secondo, in quanto un siluro nero, probabilmente in preda a secoli di fame atavica, mi scarta di netto ed inghiottisce con un sonoro "GLOMP!" la medicina, anticipando la mia mano protesa nel tentativo di raccoglierla. Dopo di che si siede scodinzolando, con l'aria di dire: "Beh? È tutto qui?".Il secondo episodio lo vede felice e dormiente di fianco ad una ciotola che aveva contenuto la sua pappa, ed ora era lucida e splendente. Mio suocero Roberto, osservando la scena, esclamò: "Certo che anche fra i cani c'è chi nasce sfigato e chi con uno stellone così!" (non usò esattamente la parola "stellone", ma credo di aver reso l'idea!).

 

Non dimenticherò mai, infine, la sua espressione del tipo "Ce n'avete messo di tempo a capirlo!!", quando, dopo undici anni e mezzo di vita condivisa con altri cani in giardini di 100-120 mq., ha "preso possesso" della nostra nuova casa con 3500 metri di terreno nel quale ora scorazza felice in caccia di talpe abbaiando ai cavalli del terreno vicino.

Perché scegliere un meticcio? Non saprei cosa rispondere; forse perché, consapevolmente o inconsapevolmente prendiamo il cane che più ci somiglia. Di sicuro posso dire una cosa, alla luce della mia esperienza: tutto quello che gli dai, nel bene e nel male, ti ritornerà moltiplicato dieci, cento, mille volte!

Dedicato a Roberto e a tutti i cani senza "stellone"…